Sono capaci di farci tornare bambini, anche se per pochi istanti, chiudendo gli occhi e assaporando certi gusti inconfondibili e legati a doppio filo con la storia personale di ciascuno. Le caramelle sono un simbolo internazionale di felicità, con quell’aspetto invitante e un po’ naif, colorato e frizzante: mai banale. Siamo abituati a trovarle dappertutto, esposte in bell’ordine tra gli scaffali dei supermercati, nei bar e negli autogrill in confezioni rigide, morbide oppure di cartone. C’è solo l’imbarazzo della scelta ma non è stato sempre così, anzi un tempo le caramelle erano appannaggio esclusivo dei nobili.
Storia delle caramelle e di un successo planetario
L’avvio della coltivazione della canna da zucchero risale alla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Bisogna arrivare al XIX secolo per la diffusione capillare delle caramelle nel mondo: divennero pian piano sempre più belle da vedere, oltre che buone ed elaborate. Sarà la seconda metà del Novecento a segnare il definitivo sbarco di questi prodotti nella quotidianità di ciascuno, anche in Italia. Sperimentare gusti sempre nuovi, mix intriganti e sapori insoliti rappresenta l’essenza stessa di quella che può essere definita una grande passione.
Tra le varianti più interessanti delle caramelle definite ‘classiche’ ci sono senza dubbio gli orsetti gommosi, che si prestano a interpretare ricette sempre diverse a base di ingredienti originali. E’ il caso degli orsetti gommosi al Cbd, che vanno a ingrossare la schiera dei cosiddetti ‘edibles’ – ovvero gli alimenti – a base di cannabis. Il Cbd (o cannabidiolo) è uno dei più comuni cannabinoidi contenuti dalla pianta di canapa, si presta a mille impieghi ed è perfettamente in grado di ‘dialogare’ con i recettori del nostro sistema endocannabinoide. Offre relax e sollievo in caso di ansia e stress, favorisce il sonno e aumenta la creatività.
Gli orsetti gommosi sono una tentazione irresistibile: assaggiarne uno e mangiarne venti è questione di attimi. Gli orsetti gommosi, celebrati anche dal cinema, sono di diversi colori e ciascuno corrisponde a un gusto: limone, arancia, fragola, lampone e ananas. Ma, come abbiamo accennato, l’ultimo grido in fatto di sperimentazione di sapori riguarda il Cbd.
La differenza tra l’assunzione sublinguale e le caramelle al Cbd
Per stupire gli amici non c’è niente di meglio che preparare gli orsetti al Cbd da offrire poi a margine di compleanni, feste e serate in compagnia magari assieme a un Cbd Bloody Mary, un cocktail senza tempo. In queste speciali caramelle la cannabis viene aggiunta sotto forma di olio di Cbd. I metodi assuntivi di questa sostanza sono tanti e diversi: non ce n’è uno migliore degli altri, è questione di preferenze. E’ però possibile notare delle differenze in merito alla comparsa degli effetti (non psicoattivi o psicotropi). Nel caso di assunzione di olio di Cbd per via sublinguale, per esempio, gli effetti saranno più immediati ma dureranno meno a lungo. Diversamente dal caso degli orsetti gommosi al Cbd: gli effetti arriveranno con un maggiore ritardo ma rimarranno per più tempo.
La ricetta e i consigli per la preparazione
Per realizzare gli orsetti gommosi al Cbd basterà seguire pochi e semplici passaggi. Potrete poi decidere di offrirli agli amici oppure di portarne un sacchetto con voi, per un veloce break durante la giornata.
Ingredienti:
- purea di frutta, mezza tazza;
- acqua, 80 ml;
- succo di limone, 1 cucchiaio;
- gelatina, tre cucchiaini;
- miele, tre cucchiaini;
- olio di Cbd;
- frullatore;
- stampi in silicone.
Si comincia adoperando il frullatore, per ottenere la purea di frutta. Poi, dentro una pentola grande si unisce quest’ultima all’acqua, al miele e al succo di limone. La fiamma dev’essere di media entità: mescolate sempre lentamente. A questo punto dovrete aggiungere la gelatina e l’olio di Cbd, continuando a mescolare con l’aiuto della frusta. Una volta che il composto ottenuto sarà diventato perfettamente omogeneo potrete spegnere il fuoco. Versate il tutto negli stampi in silicone, poi adagiateli nel frigo e lasciateli dentro almeno un quarto d’ora.