Emily Dickinson nella poesia voleva emulare i talenti dei Barrett Browning e di John Keats, ma insieme a Walt Whitman è considerata lei la voce emblema della letteratura americana.
Emily Dickinson è nata il 10 dicembre 1830 ad Amherst, nel Massachusetts. Ha frequentato il seminario femminile di Mount Holyoke a South Hadley, ma solo per un anno. Suo padre, Edward Dickinson, era attivamente coinvolto nella politica statale e nazionale, prestando servizio al Congresso per un mandato.
Suo fratello Austin, che ha frequentato la facoltà di giurisprudenza ed è diventato avvocato, viveva accanto a sua moglie Susan Gilbert. Anche la sorella minore della Dickinson, Lavinia, viveva a casa e lei e Austin erano compagni intellettuali per Dickinson durante la sua vita.
La poesia di Emily Dickinson fu fortemente influenzata dai poeti metafisici dell’Inghilterra del diciassettesimo secolo, così come la sua lettura del Libro dell’Apocalisse e la sua educazione in una città puritana del New England, che incoraggiò un approccio calvinista, ortodosso e conservatore al cristianesimo.
Sebbene la Dickinson fosse estremamente prolifica come poetessa e racchiudesse regolarmente poesie in lettere agli amici, non fu riconosciuta pubblicamente durante la sua vita. Il primo volume delle sue opere fu pubblicato postumo nel 1890 e l’ultimo nel 1955. Morì ad Amherst nel 1886. Alla sua morte, la famiglia di Emily scoprì quaranta volumi rilegati a mano di quasi 1800 poesie, o “fascicoli”, come vengono talvolta chiamati.
Le poesie di Emily Dickinson scritte a mano mostrano una varietà di segni simili a trattini di varie dimensioni e direzioni (alcuni sono anche verticali). Le poesie erano inizialmente non rilegate e pubblicate secondo l’estetica dei suoi primi redattori, che rimossero le sue annotazioni.
La sua poetica
Il tema più comune della poesia di Emily Dickinson era l’amore immaginato, sempre sospirato, quasi sfiorato, ma mai vissuto sul serio. Come un forte desiderio di qualcosa che non è possibile afferrare, così è il sentimento romantico negli occhi di una donna chiusa all’interno di una campana di vetro (si sentiva così la poetessa).
L’utilizzo di metafore è talmente vasto e ricco che ricorda il neoclassicismo e in questo sistema l’amore a volte è un uccello che spicca il volo, altre è come un amuleto perso e mai più ritrovato.
Il suo rapporto conflittuale con il religioso si esprime anche nelle stesse parole e gli stessi toni della sua poesia, a volte blasfemi e a volte metafisici e totalmente volti al divino.
Ma anche questo sarebbe semplicemente riduttivo per un’opera estremamente varia e complessa nei contenuti, nei toni e nelle parole, quanto semplice nella forma: la Dickinson prediligeva infatti i metri popolari, come quello della ballata, tipico della tradizione romantica con la quale si era formata in ambito letterario, o come quello dell’inno protestante tipico, invece, dell’ambiente religioso in cui era cresciuta.
La vastità, come detto, della sua produzione poetica, permette e rende necessario allo stesso tempo una suddivisione per tematiche.L’originalità e la varietà delle sue opere possono essere apprezzate nella sezione a lei dedicata del sito https://www.poesie.reportonline.it/
Vi sono, ad esempio, le poesie che hanno come protagonista una bambina, come figura irriverente nei confronti del padre o della religione, altre in cui invece il tema principale è quello dell’amore non corrisposto o non pienamente soddisfatto; ma vi sono anche le poesie in cui il protagonista principale è la natura, che diventa attraverso le descrizioni della poetessa americana, un elemento metafisico, spesso riconducibile alla più grande tematica della sua poesia insieme all’amore, ovvero la morte.
La grandezza della poesia di Emily Dickinson sta dunque nella profondità delle sue tematiche e nel suo stile, entrambe derivanti da elementi di matrice popolare più che letteraria, ma che si fondono con quelli della cultura e corrente letteraria trascendalista, nati principalmente con Ralph Waldo Emerson e che hanno segnato l’intero ‘800 americano.