Quando si rende necessario ricorrere al recupero dati hard disk, vuol dire che qualche cosa è andata storta dal punto di vista delle policy di conservazione dei dati. Di cosa stiamo parlando? Le aziende – soprattutto quelle di dimensioni più grandi – sono ogni giorno sommerse da grandi quantità di dati, volumi considerevoli che includono non solo le informazioni che vengono raccolte dentro le stesse organizzazioni, ma anche e soprattutto quelli che vengono definiti come Big Data. Questi ultimi non sono altro che le informazioni che vengono raccolte per i motivi più diversi: per esempio, per conoscere i trend delle vendite degli articoli dagli e-commerce. Anche i Big Data svolgono un ruolo fondamentale per il successo di un’impresa: e se per qualche inconveniente i dati contenuti in computer e server dovessero non risultare più accessibili, il recupero dati hard disk coinvolgerebbe gli stessi Big Data.
Vale la pena di tenere in considerazione il fatto che i dati si caratterizzano per un ciclo di vita specifico. Non deve sorprendere che sia così: se è vero che il volume di informazioni è destinato a crescere – cosa che rende la conservazione delle stesse sempre più complicata, a dispetto della virtualizzazione e degli aiuti forniti dalla tecnologia sotto forma di sistemi di storage hyper-converged – è altrettanto vero che a volte alcune informazioni possono non essere più utili e non avere più alcuno scopo. In altre circostanze, può accadere semplicemente che le normative hanno stabilito la conclusione del loro periodo di conservazione. Accade, quindi, che ci sia bisogno di una corretta e sicura eliminazione dei dati.
Qui interviene la policy di conservazione dei dati, nota anche come policy di data retention, che ha lo scopo di garantire il rispetto del periodo di conservazione e delle diverse procedure di cancellazione. I dati interni che rientrano nella policy possono essere di diverso tipo: può trattarsi, per esempio, di informazioni relative ai partner o ai fornitori, ma anche di database e fogli elettronici, o di documentazione sia esterna che interna. Ancora, può essere coinvolta la corrispondenza aziendale con i fornitori, con gli agenti e con i clienti, ma non bisogna escludere nemmeno le informazioni sui ricavi, i dati contabili, i dati fiscali, i dati finanziari, i dati bancari e i dati di transazioni, che comprendono l’insieme delle informazioni che riguardano la fatturazione e le vendite.
Raccogliere e conservare i dati permette, tra l’altro, di esaminarli per scopi di analisi – fermo restando che si tratta di dati non strutturati, vale a dire di dati grezzi – e, inoltre, di capire quali sono quelle informazioni che devono essere eliminate in quanto non servono più a niente: insomma, quelle che hanno concluso il proprio ciclo di vita. Il periodo di mantenimento dei dati può variare in base a regolamenti e leggi sia nazionali che internazionali: i tempi di conservazione sono differenti anche a seconda del settore in cui si opera.