Cos’è il processo dell’ossidazione anodica
Per finiture di oggetti di alluminio di qualità pregiata si usa la cosiddetta tecnica dell’anodizzazione ovvero il processo di ossidazione anodica: questo consiste nel trasformare elettrochimicamente la superficie di un qualsiasi oggetto di alluminio e delle sue leghe.
L’oggetto in alluminio viene così ricoperto con uno strato di ossido poroso, cristallino e soprattutto non friabile, come per esempio risulta essere la ruggine ma che risulta anzi duro e compatto, adatto per essere colorato.
L’ossidazione anodica viene effettuata per proteggere l’oggetto dagli stress o dall’aggressione degli agenti atmosferici ai quali sarà sottoposto durante il suo utilizzo.
Lo spessore di questo strato di ossido è variabile, dipende infatti dalle esigenze di impiego del pezzo sottoposto al processo.
L’importanza di sottomettere un oggetto all’ossidazione anodica si deve al fatto che trattare con della vernice o con la cromatura significa semplicemente riportare dei materiali differenti sull’alluminio mentre con l’anodizzazione si ha una reale modificazione in modo diretto della superficie dell’oggetto.
L’ossidazione anodica dell’alluminio, che è sostanzialmente un processo di ossidazione accelerata, ha assunto oggi una grandissima importanza ed è una delle più efficaci tecniche di protezione dei metalli leggeri quale l’alluminio.
L’alluminio lavorato e protetto in questo modo è utilizzato in svariati settori, da quello agroalimentare a quello medico a causa della sua eccezionale durezza che il materiale acquista alla fine del processo ma anche per le sue nuove proprietà: l’alluminio assume qualità anticorrosive, di isolazione elettrica, una superiore conducibilità termica e un maggior ancoraggio dei colori.
Il processo dell’ossidazione anodica
L’ossidazione anodica avviene immergendo l’oggetto in alluminio di dimensioni anche fino ai tre metri di lunghezza, com’è possibile fare con aziende come la Tecres s.p.a., in vasche apposite in cui vengono miscelate sostanze chimiche (ad esempio l’acido solforico) in diverse concentrazioni.
A questo punto, il materiale, a seconda del tipo di finitura preferita, è sottoposto a tutta una serie di trattamenti: l’esperienza e la professionalità maturata nel corso degli anni grazie all’investimento nelle più moderne tecnologie da parte di Tecres s.p.a. garantiscono la massima resa in termini di qualità per quanto riguarda ogni passaggio del ciclo di lavorazione, la cui durata è variabile.
Attraverso l’invio di un campione sarà inoltre possibile effettuare una stima e stabilire il risultato che si conta di ottenere dall’anodizzazione.
Il processo dell’ossidazione anodica consiste di otto passaggi: innanzitutto è prevista l’agganciatura del materiale sui sostegni qualora le dimensioni siano atte; successivamente si procede con lo sgrassaggio che è un trattamento indispensabile per rendere la superficie adatta all’anodizzazione e che ha come scopo quello di rimuovere i residui delle eventuali lavorazioni precedenti; il terzo passaggio prevede la satinatura chimica: questa viene eseguita in vasche contenenti una soluzione di idrossido di sodio, necessaria al fine di dare all’oggetto un aspetto satinato e opaco; finita la satinatura si procede con la neutralizzazione che è praticamente il momento finale dei trattamenti preliminari descritti finora e che ha la funzione sia di eliminare l’alcalinità residua, assunta nei precedenti passaggi sia di eliminare la patina che eventualmente rimane sulla superficie degli oggetti.
Conclusi tutti questi passaggi si effettua l’ossidazione anodica vera e propria mediante l’acido solforico: a questo punto del processo di ossidazione anodica, i pezzi vengono introdotti in un bagno con una soluzione di acido solforico, per poi essere collegati al polo positivo di un generatore di energia elettrica continua; al polo negativo, invece, viene collegato un elettrodo di alluminio.
Col passaggio dell’energia elettrica tra gli elettrodi, l’acido solforico si scinde in H2++ e SO4 — cosa che sviluppa idrogeno; successivamente, con una reazione secondaria, si arriva alla formazione di ulteriore acido solforico che con la formazione di ossigeno, il quale attacca l’alluminio, si ha la trasformazione in ossido.
Segue poi la colorazione del metallo: questa non è una tappa fondamentale ed è eseguita su richiesta, dopo l’ossidazione anodica. La colorazione consiste nell’immergere il pezzo in una soluzione colorante costituita da pigmenti organici che sono in grado di legarsi chimicamente all’ossido prodotto.
Uno dei passaggi più importanti è quello del fissaggio, importante
perchè conclude l’intero ciclo dell’ossidazione anodica sostanziale ed è determinante proprio per garantire la protezione ma anche la durabilità e la qualità del prodotto lavorato elettrochimicamente; è questa la fase in cui i pori dell’ossido vengono sigillati: l’operazione può essere descritta come un meccanismo di otturazione che si ottiene mediante la precipitazione di sali di nichel all’interno dei pori. Attraverso la fase di fissaggio, lo strato di ossido anodico non ha più capacità di assorbire nessun tipo di sostanza dall’esterno e costruisce un film protettivo contro gli agenti esterni.
Ultimissimo passaggio prima di riconsegnare l’oggetto è quello dell’asciugatura, la quale è eseguita tramite il posizionamento dei o del pezzo in un apposito forno con aria forzata a caldo.