Andare alla scoperta di un trust patrimoniale, delle sue caratteristiche e degli obiettivi che questo istituto permette di raggiungere vuol dire entrare in contatto con una realtà che è in grado di cambiare in meglio la vita di molte persone, dagli imprenditori ai semplici risparmiatori privati, ma anche di prolungare l’esistenza di società e aziende. Vale la pena di cominciare elencando le posizioni giuridiche che compongono questo istituto, vale a dire i soggetti che sono coinvolti: la prima posizione giuridica è quella del grantor, noto anche con il nome di settlor o di disponente, che corrisponde al soggetto che promuove e / o istituisce il trust; la seconda posizione giuridica, invece, è quella del trustee, noto anche con il nome di gestore; la terza figura giuridica, infine, è quella del beneficiary, noto anche come beneficiario. La figura del beneficiario può, a seconda dei casi, essere implicita o espressa.
Il meccanismo del trust patrimoniale
Come si può leggere consultando il sito Trustpatrimoniale.com, nell’ambito di un trust patrimoniale il settlor intesta al trustee dei beni, che possono essere immobili, mobili o di tutti e due i tipi: a quel punto l’amministratore ha sia la facoltà che l’obbligo di gestire quei beni tenendo conto, oltre che del generale quadro normativo di riferimento in cui opera, delle regole del trust che il settlor stesso ha stabilito. Va detto, per altro, che oltre alle tre figure giuridiche segnalate può essercene una quarta, non sempre presente, che è quella del protector, cioè il guardiano. Un’altra precisazione importante è che non è detto che la posizione giuridica coincida con un soggetto: può verificarsi, per esempio, un caso in cui un soggetto ricopre diverse posizioni giuridiche, oppure un caso in cui la stessa posizione giuridica può essere ricoperta da più soggetti. Nel trust autodichiarato si concretizza la prima circostanza, nel senso che un soggetto è settlor e trustee al tempo stesso; non sono rari, comunque, i casi di trust in cui ci sono più settlor o più trustee.
Quando ricorrere a un trust
Ovviamente non ci sono delle regole specifiche che indicano quando un trust può essere utilizzato oppure no: la prassi, comunque, suggerisce che nella sfera privata si possa ricorrere a questo istituto per gestire nel modo più semplice e più efficace possibile un passaggio generazionale, facendo rientrare in questa casistica anche i testamenti. Sempre rimanendo nell’ambito privato, un trust può rivelarsi utile nell’eventualità in cui un patrimonio personale debba essere segregato – vale a dire separato – dal patrimonio dell’impresa che si gestisce o si possiede: ecco perché molti liberi professionisti e imprenditori scelgono di puntare su un istituto così conveniente. Per conoscere tutti i vantaggi e tutte le peculiarità di tale strumento, il consiglio è quello di affidarsi a una società seria e professionale come J&M, i cui consulenti sono pronti a fornire spiegazioni dettagliate in proposito mettendo a disposizione tutta la propria competenza e una lunga e proficua esperienza maturata nel settore.