L’osteopatia pediatrica è il ramo dell’osteopatia che ha il compito di trattare, in maniera delicata e non invasiva, alcune patologie tipiche delle prime settimane di vita di un bambina appena nato.
È bene specificare, sin da subito, che è una disciplina complementare alla medicina tradizionale e che non può sostituire quest’ultima in alcun modo.
Come vedremo, può avere benefici sia in termini preventivi che curativi, ma sempre a patto che venga svolta da professionisti esperti, in quanto la manipolazione sui neonati può comportare comunque dei rischi.
Cos’è l’osteopatia pediatrica
L’osteopatia pediatrica fa tesoro delle regole di quella classica per prevenire e contrastare alcune patologie che colpiscono di solito i bambini nelle prime fasi della loro vita.
L’approccio dell’osteopata pediatrico è simile a quello dei suoi colleghi, come Dante Donato di fisioterapiaosteopatia.it, che hanno a che fare con pazienti adulti: grazie alla manipolazione, si cerca di stimolare il processo di autoguarigione del corpo, ristabilendo l’equilibrio di tutte le sue componenti.
Ciò che caratterizza il lavoro sui bambini, e che lo discosta leggermente da quello tradizionale, è la delicatezza della manipolazione. Come si può intuire, vengono usate tecniche di manipolazione e di pressione ideate per i corpi dei neonati e dei bambini in tenera età.
Perché rivolgersi un osteopata pediatrico
Uno dei motivi principali per cui i genitori si rivolgono all’osteopatia pediatrica, è per risolvere alcuni problemi che il neonato manifesta in seguito al parto, soprattutto quando è stato lungo e doloroso.
L’osteopata, in questo caso, può aiutare a superare alcuni traumi che possono portare, tra le altre cose, a una leggera deformazione del cranio, come la plagiocefalia. Oltre a questo caso specifico, il professionista può essere d’aiuto per superare problematiche tipiche delle prime settimane di vita di un neonato come disturbi del sonno, coliche, otite e reflusso gastroesofageo.
Nel caso di bambini in età scolare, invece, è possibile rivolgersi a un professionista di questo tipo per prevenire disturbi posturali, sinusiti, disturbi del sonno, cefalee e problemi di occlusione dentale.
Data la complessità delle patologie, e la giovane età dei pazienti, l’osteopata è spesso chiamato a collaborare a stretto rapporto con altre figure professionali come podologi, dentisti e logopedisti.
Come si svolge una seduta
Una delle maggiori curiosità dei genitori che vogliono approcciarsi all’osteopatia pediatrica, è come si svolgono le sedute.
La prima parte della visita è di tipo conoscitivo. Il professionista solitamente pone delle domande ai genitori per valutare lo stato di salute del bambino e per accertarsi se prende o meno farmaci.
Successivamente, visita direttamente il bambino, facendogli compiere alcuni movimenti utili a constatare la presenza di eventuali disfunzioni a livello scheletrico ed errori posturali.
Dopo la visita, informa i genitori di quanto riscontrato e formula un percorso terapeutico che potrà durare anche diverse sedute, a seconda della gravità del problema.
Per quanto riguarda la durata media di una singola seduta, questa si aggira generalmente tra i 45 e i 60 minuti, sempre a seconda del tipo di problema.
Conclusioni
Negli ultimi anni, l’osteopatia pediatrica si è fatta largo come una delle soluzioni preferite dai genitori per risolvere in maniera non invasiva alcune problematiche che riguardano neonati e bambini in età scolare.
Per quanto alcuni siano ancora scettici sugli effettivi benefici dell’osteopatia, se si sceglie di ricorrere a questa disciplina, è consigliabile rivolgersi solo a dei professionisti esperti in manipolazioni pediatriche.
FONTI
www.dossiersalute.com/osteopatia-pediatrica-e-neonatale-fondamenti-e-benefici-per-la-salute-dei-bambini/
www.sanitainformazione.it/professioni-sanitarie/osteopatia-pediatrica-petracca-roi-in-uno-studio-gli-effetti-dei-trattamenti-per-la-plagiocefalia/
DISCLAIMER: È essenziale ricordare che i testi non rappresentano linee guida per la diagnosi e la terapia di stati patologici, pertanto è consigliato rivolgersi al proprio medico di riferimento.