L’autostima dei figli può essere seriamente compromessa da un genitore con un atteggiamento decisamente dominante. Un nuovo studio dell’Università del Sussex ha confermato questa tesi, secondo la quale il livello di autostima dipenderebbe direttamente anche dalla figura del genitore dominante tra i due coniugi.
Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver intervistato ben 125 famiglie inglesi e indiane che vivono ad ovest di Londra, campione che includeva famiglie di diverso tipo e composizione proprio per avere una solida validità scientifica.
Autostima varia in funzione anche dell’ambiente in cui si cresce
Ad esempio, per i bambini indiani, il comportamento del padre ha un impatto decisamente maggiore, in quanto è il ruolo del padre ad essere predominante in famiglia, sia per quanto riguarda il potere che la disciplina dei figli. Anche in casi come questo riportato, alti livelli di dominanza del padre rispetto alla madre hanno rivelato una bassa autostima nei figli rispetto a famiglie maggiormente equilibrate.
Quindi occorre avere la massima attenzione, nell’educazione della propria prole, a non far sì che il rapporto con il proprio coniuge destabilizzato diventi un destabilizzatore della mente dei propri figli. Anche perché bassi livelli di autostima da soli non comportano nulla, ma possono costare ben caro quando i figli attraversano periodi complicati quali l’adolescenza, all’interno della quale semplici disturbi possono sfociare in malattie più serie quali la depressione.
Finché infatti si può agire in modo che la autostima dei ragazzi non diminuisca può bastare il ruolo del genitore anche a risolvere certe situazioni particolari. Tuttavia, in taluni casi, se non si interviene per tempo modificando il proprio atteggiamento o facendo sì che cambi l’atteggiamento del proprio partner, si rischia poi di dover ricorrere necessariamente ad un specialista, perché la depressione è una vera e propria malattia e non si cura in-house, ma soltanto attraverso un preciso iter da uno specialista che, talvolta, può anche ricorrere all’utilizzo di farmaci.