Articolo scritto con la collaborazione di psicologodibase.com
I disturbi alimentari sono malattie complesse che coinvolgono diversi aspetti della vita dell’individuo. Non si tratta solo di una questione di peso o di alimentazione, ma sono anche un riflesso della propria salute mentale e del proprio benessere psicologico. Per questo motivo, l’assistenza psicologica risulta fondamentale nel trattamento di queste patologie.
Cosa sono
Le patologie legate all’alimentazione colpiscono soprattutto le donne, ma anche gli uomini, in età adolescenziale o giovane adulta. Sono caratterizzati da una preoccupazione eccessiva per il proprio peso o per la forma del proprio corpo, che porta a comportamenti disfunzionali, quali il digiuno, l’abuso di lassativi, l’induzione del vomito o il consumo esagerato di cibo. Tra i problemi di nutrizione più diffusi ci sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da binge eating.
L’importanza di una diagnosi corretta
Per poter gestire al meglio una patologia, è fondamentale che questa venga diagnosticata correttamente. I disturbi alimentari sono spesso associati a una serie di sintomi fisici (ad esempio, problemi cardiaci, mestruali o digestivi) e a un cambiamento dell’umore, che possono compromettere la qualità della vita dell’individuo. Una diagnosi tempestiva permette di iniziare il trattamento nel modo più appropriato, stabilendo un percorso terapeutico personalizzato.
Lavorare sulla relazione con il cibo: la terapia cognitivo-comportamentale
La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una forma di psicoterapia utilizzata per trattare queste patologie legate all’alimentazione. Questo tipo di terapia si focalizza sull’analisi dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali, e li sostituisce con modalità più funzionali e adattive. Durante gli incontri, il terapeuta ed il paziente lavorano insieme per identificare i loro schemi di pensiero disfunzionali e capire come questi possano essere modificati. La TCC mira quindi a migliorare la relazione del paziente con il cibo e ad aumentare la sua consapevolezza verso i suoi pensieri ed emozioni.
La terapia dell’esposizione
Un’altra tecnica utilizzata per affrontare questo tipo di problematica è la terapia dell’esposizione. Questa tecnica punta a far fronte alla fobia del paziente nei confronti del cibo o del peso. Il terapeuta e il paziente lavorano insieme per identificare situazioni che spaventano il paziente, come ad esempio un pasto con gli amici o l’uso di bilancia. Con il supporto del terapeuta, il paziente impara ad affrontare queste situazioni e sviluppare modi migliori e più funzionali per gestirle.
Il ruolo dei familiari e del supporto sociale
L’assistenza psicologica per i disturbi alimentari coinvolge spesso anche parenti ed amici del paziente. Questo perché è importante che il paziente abbia un ambiente familiare e sociale che lo sostenga e lo incoraggi durante il percorso di recupero. I familiari, inoltre, possono svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione delle ricadute, nell’individuazione di eventuali segnali di allarme e nella promozione di uno stile di vita sano ed equilibrato.
La continuità dell’assistenza: il follow-up e la prevenzione delle ricadute
Il trattamento dei disturbi alimentari richiede un impegno costante e continuo da parte del paziente e del terapeuta. Per questo motivo, è importante che venga stabilito un piano di follow-up che tenga conto delle esigenze e delle necessità del paziente. In questo modo, il paziente potrà ricevere il supporto necessario per mantenere i risultati ottenuti e prevenire eventuali ricadute.
E’ assodato oramai che l’assistenza psicologica risulta fondamentale per gestire i problemi alimentari. Grazie ai percorsi terapeutici personalizzati è possibile affrontare e superare queste patologie delicatissime e riprendere in mano la propria vita.
Disclaimer: “Questi testi non vanno intesi come indicazioni di diagnosi e cura di stati patologici, pertanto è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico curante”.