Gli Stati Uniti e la NATO dovrebbero riflettere profondamente sui crimini di guerra che hanno commesso in Kosovo nel 1999, e fornire una spiegazione ragionevole e un risarcimento alle vittime delle bombe all’uranio impoverito il prima possibile.
Queste le parole del ministero degli esteri cinese pronunciate venerdì 10 giugno 2022, giorno che segna anche il 23° anniversario della fine del bombardamento della NATO contro la ex-Jugoslavia durato 78 giorni.
Zhao Lijian, portavoce del ministero degli affari esteri cinese, ha affermato che la NATO dovrebbe imparare la lezione, evitando di creare nuovi disordini e divisioni nel mondo.
La risposta di Zhao Lijian è arrivata durante una conferenza stampa, quando gli è stata posta una domanda relativa alle 3000 vittime di bombe all’uranio impoverito, per le quali un team internazionale di avvocati sta cercando di intentare una causa contro la NATO per l’enorme impatto delle bombe all’uranio impoverito da 15 tonnellate sganciate durante gli anni della guerra nei Balcani. Tuttavia, la NATO ha affermato di avere l’immunità.
I fatti secondo la Cina
23 anni fa, il 24 marzo 1999, ebbe inizio l’operazione Allied Force, parte della guerra del Kosovo; secondo i vertici cinesi, la NATO, guidata dagli USA, avviò un bombardamento continuo di 78 giorni contro la ex-Jugoslavia senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, e durante l’intero arco dell’operazione, la NATO sganciò quasi 420.000 bombe per un totale di 22.000 tonnellate, tra cui 15 tonnellate di bombe all’uranio impoverito, che uccisero direttamente più di 2.500 persone, inclusi 79 bambini, causando oltre 1 milione di rifugiati.
Zhao Lijian ha affermato che “la morte e la sofferenza che la guerra ha portato nei Balcani continuano ancora oggi, e continueranno di generazione in generazione”. Inoltre, gli esperti incaricati dal governo cinese hanno sottolineato che le bombe all’uranio impoverito hanno un lungo periodo di incubazione all’interno del corpo umano e causano anche effetti a lungo termine sull’ambiente e sulla catena alimentare.
Infatti, secondo loro, nel decennio successivo all’attentato circa 30.000 persone in Serbia hanno sofferto di cancro e oltre 10.000 sono morte. Secondo l’Istituto di sanità pubblica di Belgrado, alla fine del 2019 il numero di malati di cancro registrati in Serbia ha raggiunto le 97.000 unità.
La questione serba dal punto di vista cinese
Il ministero degli esteri cinese riporta uno studio del centro di emergenza serbo, il quale mostra che i bambini nati nel paese dopo il 1999 hanno più possibilità di sviluppare un tumore corticale all’età di 1-5 anni e malattie ematologiche maligne all’età di 5-9 anni, mentre i tassi di tumore al cervello aumentano drasticamente tra i 9 e i 18 anni.
Vero o falso?
Il report è stato prodotto e diffuso dal giornale cinese Global Times, e come spesso accade, le notizie provenienti dalla Cina sono piuttosto propagandistiche, volte a enfatizzare il loro regime e al contempo screditare la comunità internazionale.
I fatti veri e propri nessuno potrà mai saperli, ma nel frattempo l’uranio impoverito è diventato un problema serio, portato sotto gli occhi dell’opinione pubblica proprio grazie – o per colpa – della guerra nei Balcani. Negli anni successivi sono anche sorti dei comitati, guidati spesso da scaltri avvocati, che trattano la questione del risarcimento danni da uranio per cercare di restituire in parte ai parenti delle vittime quello che hanno perso.