Il CBD è solo una delle molecole attive presenti nella marijuana e nella marijuana light. Si tratta di uno dei più famosi cannabinoidi, ma non è l’unico: semplicemente il cannabidiolo è balzato agli onori della cronaca scientifica per le sue proprietà terapeutiche.
Le terapie che lo includono sono svariate: oculistiche per il glaucoma, contro l’insonnia, l’ansia, i dolori mestruali, per l’epilessia infantile e non, per le lesioni traumatiche del midollo spinale, per il trattamento dell’anoressia e dei sintomi dovuti a radio e chemioterapia.
Esistono tuttavia alcuni effetti collaterali, come per tutte le molecole terapeutiche: scopriamo insieme quali sono.
Secchezza della bocca
Il CBD “mette a riposo” per alcune ore dopo l’assunzione il lavoro delle ghiandole salivari, situate nelle guance e sotto la lingua. Questo significa che i pazienti trattati con questo farmaco possono accusare una moderata sensazione di secchezza della bocca. L’inconveniente è seccante ma non pericoloso: il medico curante prescriverà una reidratazione per bocca più massiccia per evitare questa sensazione spiacevole.
Sonnolenza
I consumatori di CBD conoscono bene questa sensazione: rilassati e sonnolenti tendono a prendere sonno più facilmente e in meno tempo. Ovviamente la sonnolenza è un bene nel caso in cui il cannabidiolo sia somministrato per curare l’insonnia, l’ansia o l’agitazione psico-motoria. Di contro è un problema per chi conduce una vita regolare e deve essere attento dopo la somministrazione, per esempio per mettersi alla guida o al lavoro. Per questo motivo è viene generalmente preferita una somministrazione serale ed è proibito guidare dopo l’assunzione del farmaco o della molecola nelle sue altre forme (in olio, caramelle, infiorescenze).
Vertigini
Il cannabidiolo è responsabile di un abbassamento della pressione del sangue: un bene per chi soffre di ipertensione e lo assume proprio per contrastare questa condizione. Somministrato in alte quantità, oppure in soggetti sensibili, può però portare alla percezione di disorientamento spaziale, instabilità corporea, vertigini, proprio dovute al repentino calo della pressione sanguigna.
Il medico saprà indubbiamente consigliare il da farsi nel caso l’effetto collaterale sia presente, adeguando il dosaggio o consigliando una somministrazione serale, quando, ormai a letto, i pazienti non rischiano cadute o infortuni.
Interferenze nell’assorbimento epatico di alcuni farmaci
Il CBD interagisce a livello epatico rallentando o inibendo l’assimilazione e lo smaltimento di alcune categorie di farmaci. Per questo motivo è sempre necessario, se si sta seguendo una terapia farmacologica, consultarsi con il proprio medico curante prima di assumere CBD: l’interazione tra le varie molecole potrebbe infatti causare reazioni avverse oppure danneggiare l’organo, non più capace di funzionare da filtro per le sostanze di scarto.
Consultarsi con il medico prima dell’assunzione e seguire ligiamente le sue prescrizioni consente di limitare il più possibile i danni e di calibrare un piano terapeutico adeguato alla condizione fisica di partenza e adatto alla risoluzione del problema esaminato. Prima di procedere con l’aggiunta di una molecola terapeutica, chiedi sempre consiglio ad una figura esperta, competente e che conosce il tuo caso specifico e ti saprà dare ogni informazione ed istruzione!