Ebbene sì, per chi di voi non lo sapesse, nel nostro Paese è possibile donare il cordone ombelicale a parto avvenuto, ovvero donare il sangue contenuto al suo interno dopo la nascita del bambino. Si tratta di tessuto ricco di cellule staminali che vengono messe a disposizione di pazienti malati affetti anche da patologie gravi.
Nel nostro Paese è consentito l’uso a solo scopo solidale, ovvero messe a disposizione della collettività, in alternativa si può decidere di conservarlo per sé con uno scopo dedicato. In Italia, allo stato attuale, non è possibile conservare il sangue a uso autologo.
L’elenco di quello che è possibile fare con l’utilizzo delle cellule staminali del sangue provenienti dal cordone ombelicale è davvero lungo e negli ultimi anni ci sono anche delle novità in questo settore.
Donare il cordone ombelicale: come avviene?
La raccolta di questo sangue avviene dopo la nascita del bambino e dopo il taglio del cordone, in modo da evitare rischi sia per la mamma che per il bebè. Ma dove è possibile donare? E’ possibile farlo in apposite strutture, dedicate dopo aver ottenuto il via libera e dopo tutta una serie di esami.
Il prelievo è sconsigliato soltanto in casi particolari come nei parti prematuri che avvengono prima della settimana 37, a tutela della salute stessa del neonato.
Il sangue raccolto viene poi conservato nelle banche pubbliche. Il suo utilizzo, in termini di cellule staminali, può avvenire anche ad anni di distanza e può essere applicato in diversi trattamenti di malattie quali le anemie, i linfomi e addirittura le leucemie. La Ricerca scientifica sta anche effettuando importanti ricerche per comprendere se l’utilizzo di questo tipo di cellule può essere esteso anche ad altre malattie che, ad oggi, non hanno ancora una cura risolutiva quali l’Alzheimer, il diabete e il morbo di Parkinson.